Psicodiagnostica e Attività Peritale

La valutazione psicodiagnostica è un processo in cui si raccolgono elementi conoscitivi attraverso strumenti diversificati, ed è volta a formulare un’ipotesi circa i meccanismi di funzionamento di un soggetto, al fine di incrementare il livello di comprensione rispetto a un caso, esprimere un’ipotesi diagnostica, desumere conclusioni fondamentali per rispondere a dei quesiti, per l’elaborazione/il monitoraggio di un piano di trattamento o per orientare l’intervento di professionisti. Le informazioni tratte dalla valutazione psicodiagnostica risultano rilevanti per prendere decisioni nei contesti più diversi, quali quello clinico, forense, lavorativo, scolastico.

In ambito clinico e neuropsicologico la valutazione psicodiagnostica serve a orientare il lavoro clinico o riabilitativo ed consente di individuare la migliore strategia di intervento (es. sospetto di defict o decadimento cognitivo). In ambito forense e all’interno del lavoro di Istituzioni e Servizi, la valutazione psicodiagnostica è utile a comprendere le caratteristiche di personalità del soggetto al fine di attribuirgli responsabilità, capacità, attitudini, predisposizioni, competenze, risorse, limiti, stili difensivi (es. valutazione delle competenze genitoriali). In ambito penale fornisce informazioni circa la pericolosità sociale di un soggetto e la presenza di risorse necessarie per accedere a misure alternative alla detenzione.

La dimensione delle caratteristiche psicologiche di una persona viene valutata attraverso diversi metodi e strumenti quali l’osservazione, il colloquio clinico, l’intervista, l’esame neuropsicologico, le scale di misura, le check-list, i test, gli inventari di personalità, le simulazioni (role-play, in-basket), etc. Il tipo di tecniche e strumenti da utilizzarsi variano di volta in volta, in base al contesto e agli obiettivi della valutazione, all’età dei soggetti e al tipo di difficoltà presenti. L’interpretazione dei risultati di un esame psicodiagnostico presuppone un’integrazione dei dati ottenuti dalla somministrazione dei vari test con quelli dell’anamnesi, dei colloqui clinici e delle informazioni ottenute dall’applicazione di altre tecniche (es. simulazioni) o da altre fonti (es. colloqui con datore di lavoro etc.). Questi vengono sintetizzati in un report significativo e teoricamente coerente che mette in evidenza il funzionamento del soggetto, la presenza di eventuali problematiche e le sue risorse psicologiche, affinchè si possano trovare soluzioni coerenti alla situazione e prendere decisioni.

In ambito forense, nelle Consulenze Tecniche di Parte e nelle Perizie, il report viene contestualizzato all’interno dello specifico procedimento giuridico in atto, avendo cura di restituire una Relazione dettagliata ed esaustiva delle risultanze della valutazione, dell’eventuale cornice diagnostica in cui si inseriscono i dati emersi e dei relativi paradigmi teorici di riferimento. Gli strumenti utilizzati saranno descritti rispetto alle loro caratteristiche psicometriche e qualitative. Sia in ambito civile che in ambito penale, la Valutazione Psicodiagnostica viene restituita al periziando tramite incontro ad hoc.

“I test psicologici sono porte della conoscenza attraverso cui ci muoviamo fuori dalla scatola e dentro la luce.

Hermann Rorschach

Il test rappresenta uno strumento indispensabile per ottenere una misurazione abbastanza obiettiva e standardizzata, in grado di essere ripetuta nel tempo per cogliere eventuali cambiamenti nelle dimensioni esplorate, da integrare con le informazioni derivanti dai colloqui clinici, dall’osservazione comportamentale e dagli altri strumenti utilizzati nella fase di Assessment. Nel Testing è buona pratica integrare test di tipologia diversa, quali test di livello (detti anche cognitivi e/o di massima performance), tecniche proiettive, test grafici e questionari self-report. Un’analisi completa richiede infatti la valutazione degli aspetti cognitivi, affettivi, relazionali ed evolutivi.